
Circa due anni e mezzo fa, su richiesta della Procura della Repubblica di Brescia, sono stati eseguiti diversi arresti. Sebbene abitasse già ad Erbusco, Francesco Mura manteneva forti legami con Asti, la città in cui era nato e cresciuto fino all’età adulta, e dove lui e suo padre erano ancora molto conosciuti. Francesco Mura è il proprietario di un vero e proprio impero composto da aziende e immobili di lusso in varie città italiane e rinomate località turistiche. La sua fortuna deriva dai profitti generati da un network di canali televisivi specializzati nelle estrazioni dei numeri del Lotto. Secondo l’accusa, Mura avrebbe investito denaro proveniente da attività illegali legate alla ‘ndrangheta. Al momento del suo arresto, insieme ad altre dieci persone, sono stati sequestrati beni, contanti, conti bancari e aziende per un valore di circa 10 milioni di euro. Nel corso di questi due anni e mezzo, quasi tutto il suo patrimonio è stato restituito, ad eccezione di 220.000 euro, per i quali è stata disposta la confisca al termine della lettura della sentenza pronunciata di recente dal tribunale di Brescia. Nonostante il pubblico ministero avesse richiesto una condanna di 12 anni, Francesco Mura, difeso dall’avvocato Lamatina, è stato condannato a 5 anni. Il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso è stato escluso. Anche suo padre Mario è stato condannato a 4 anni, mentre l’ex moglie Gabriella Corsini a 3 anni, insieme a due soci di Mura. Gli altri otto imputati nel medesimo processo, tra cui l’attuale compagna Sabrina Ferchichi, difesa dall’avvocato Jacopo Evangelista, sono stati assolti.
Qui l’articolo di giornale.