Venerdì mattina è stata pronunciata la tanto attesa sentenza nei confronti di due individui di Asti accusati di gravi reati legati a un brutale episodio di violenza sessuale. Un uomo senza precedenti penali è stato condannato dal giudice per le indagini preliminari Morando a 3 anni e 8 mesi, un anno in meno rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero Macciò. L’amico dell’imputato, accusato di aver fornito false testimonianze per “coprire” le azioni compiute dall’amico, è stato condannato a 2 anni. Questa terribile vicenda risale a luglio del 2021 e ha portato all’arresto nel marzo del 2022. L’uomo è stato accusato di violenza sessuale e gravi lesioni alle parti intime interne della donna, che al momento dei fatti era stata sottoposta anche a un intervento chirurgico presso l’ospedale di Asti. Gli inquirenti, che hanno condotto le indagini tramite la Squadra Mobile di Asti, avevano ipotizzato che i tagli fossero stati inflitti con un pezzo di vetro di una bottiglia rotta. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state cruciali per individuare l’imputato e il suo amico dopo la denuncia della vittima. La polizia è stata avvertita grazie alla segnalazione di una residente dello stesso edificio, che si era spaventata dopo aver notato delle grandi macchie di sangue nell’atrio del condominio. Seguendo il percorso del sangue, i soccorritori hanno raggiunto la porta dell’appartamento della ragazza, che è stata poi ricoverata e operata. Analizzando tutti i filmati delle telecamere lungo il percorso verso l’abitazione della donna, gli investigatori hanno identificato l’automobile che l’aveva riportata a casa, a bordo della quale si trovavano i due imputati. L’uomo accusato di violenza sessuale era difeso dall’avvocato Laforè, che ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Appello per dimostrare l’innocenza del suo assistito. Il giudice ha anche stabilito un risarcimento provvisorio di 3000 euro in attesa della causa civile, che sarà destinato alla donna che si è costituita parte civile con l’avvocato Jacopo Evangelista.
Qui l’articolo uscito sul giornale “La Nuova Provincia”
