L’anello episcopale al badante “particolare”

Avvocato Asti Jacopo Evangelista
Avvocato Asti Jacopo Evangelista

Studio Legale Evangelista

Una vicenda intricata che, iniziata come una normale denuncia di furto di un anello vescovile, ha successivamente svelato aspetti strani e a tratti disturbanti. La denuncia è stata presentata tre anni fa da un ex prete cattolico di nome don Giovanni Ferrando, residente a Rocca Grimalda, un piccolo centro vicino a Ovada, in provincia di Alessandria. Don Ferrando, che aveva abbandonato il cattolicesimo per unirsi alla Chiesa ortodossa italiana, in qualità di vescovo di Seborga, aveva pubblicato un annuncio sul sito di incontri Badoo per cercare una persona che fungesse da badante e si occupasse anche di alcune mansioni domestiche. Un uomo di 40 anni di Asti di nome Mario si era presentato e aveva sostenuto la prova per tre giorni, ma non era stato assunto. Sembrava che tutto fosse finito lì, ma un anno dopo Mario ha ricevuto la visita dei carabinieri di Asti, che hanno perquisito la sua casa e gli hanno chiesto spiegazioni riguardo a un anello appartenente al vescovo ortodosso di Rocca Grimalda. L’uomo ha ammesso immediatamente di averlo venduto a un negozio di compro oro della sua città, sostenendo però di non aver rubato nulla. Per difendersi nel processo per furto che si è svolto presso il tribunale di Alessandria, Mario ha chiesto l’aiuto degli avvocati Maurizio Lamatina e Jacopo Evangelista. Sono stati loro, durante l’udienza di due mesi fa, a richiamare Mario dal suo viaggio per fargli testimoniare e raccontare la sua versione dei fatti. In sostanza, Mario ha affermato che l’anello rappresentava il pagamento per un “servizio particolare” richiesto da don Ferrando; un servizio che andava oltre il semplice accompagnamento come badante e includeva anche momenti intimi. Questa dichiarazione, confrontata con le contraddizioni emerse durante le dichiarazioni di don Ferrando, ha spinto il giudice a assolvere Mario perché il fatto non è provato. “Alla fine è stata fatta chiarezza. Ora chiederemo un risarcimento”, ha commentato l’avvocato Jacopo Evangelista alla lettura della sentenza.
Qui l’articolo su “La Nuova Provincia”

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